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Mandela, scuola di coraggio, perdono e memoria

Nelson Mandela

 

È scomparso il leader sudafricano Nelson Mandela, una delle figure più importanti del XX secolo, un uomo la cui vita non ha cambiato soltanto il volto del proprio paese ma dell’intero mondo.

Rolihlahla Mandela è nato il 18 luglio 1918 in un piccolo villaggio nella regione di Transkei, prese il nome di Nelson dal suo insegnante che trovava difficoltà a pronunciare il suo nome Rolihlahla. Mandela apparteneva alla famosa tribù Thembu ed è cresciuto ascoltando le storie delle saghe dei suoi antenati.

Madiba, questo è il nome con cui era conosciuto nella sua tribù, si iscrisse alla facoltà di Legge prima di esserne espulso a causa della sua partecipazione alle proteste studentesche contro la segregazione razziale nel 1940, ciò non lo ha dissuaso dal continuare lo studio per corrispondenza presso l’Università di Johannesburg fino ad ottenere la laurea in Giurisprudenza.

La situazione politica, economica e sociale in cui viveva il Sud Africa sotto il regime dell’Apartheid, dove i bianchi godevano di tutti i privilegi e i diritti, mentre il resto delle etnie, soprattutto la popolazione nera, erano privi di condizioni di vita decenti e del diritto di eleggere i propri rappresentanti al governo, contribuirono a definire la personalità di Mandela, fino a portarlo ad aderire al African National Congress (ANC) per la difesa dei diritti della maggioranza nera nel 1942.

Mandela fu protagonista della campagna del partito nota come “Defiance Campaign”, nel 1952, a seguito della quale fu messo in prigione e gli venne impedito di lasciare la città di Johannesburg per 6 mesi, ciò portò Mandela a pensare, insieme ad un gruppo di leader del partito, a passare dall’azione pacifica alla formazione di cellule segrete di resistenza, soprattutto dopo il massacro di Sharpeville nel 1960, durante il quale le forze di sicurezza aprirono il fuoco sui manifestanti pacifici provocando centinaia di morti e feriti, e la messa al bando di tutti i partiti e le organizzazioni anti-apartheid. Nel 1962 Nelson Mandela si recò in Algeria per coordinare l’addestramento dei membri dell’ala militare del partito, al suo ritorno fu arrestato e condannato all’ergastolo. La prigione trasformò Mandela in un simbolo globale della resistenza alla discriminazione razziale.

Madiba rimase in prigione per circa tre decenni, rifiutando di accettare la liberazione in cambio della rinuncia alla lotta armata, sarà rilasciato soltanto nel 1990 per ordine del presidente Frederick de Klerk sotto le forti pressioni dell’ANC e della comunità internazionale. Con la sua liberazione cominciarono a delinearsi gli aspetti leggendari della personalità di Mandela, egli lavorò alla costruzione di un Stato democratico moderno, alla riconciliazione sociale basata sulla verità, la giustizia e il perdono, divenne Presidente e padre della nazione nel 1994 con una schiacciante maggioranza popolare.

Dopo la fine del suo primo mandato, durato cinque anni, Mandela mostrò il desiderio di abbandonare il lavoro politico diretto, dopo aver messo la locomotiva del paese sui binari dell’uguaglianza, facendo del Sud Africa uno dei paesi più rispettosi dei diritti umani nel mondo. Dopo il suo ritiro, il leader africano ha partecipato a diverse campagne e manifestazioni sui temi dei diritti umani, della lotta contro l’AIDS e le grandi multinazionali, e per la difesa delle grandi questioni umanitarie come la questione palestinese o le recenti rivolte arabe.

Nelson Mandela ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali per il suo ruolo nell’evoluzione dell’umanità, tra questi il premio Nobel per la pace. Non ci dobbiamo dimenticare, tuttavia, che l’apartheid nel Sud Africa è stata a lungo sostenuto dalla maggior parte dei paesi occidentali, in particolare l’Europa e gli Stati Uniti, Mandela fu prima considerato un terrorista e poi un icona e un uomo di pace. Non si tratta di aprire vecchie ferite, è solo una questione di memoria, che non deve essere selettiva.

L’esempio di Mandela è l’incarnazione del concetto islamico di “moru_a”, che si può tradurre con “virtù umana”, il quale suggerisce che le buone qualità possono essere in chiunque, indipendentemente dalla sua religione o dalla sua etnia.

Nelson Rolihlahla Mandela è stato una scuola di coraggio, perdono, memoria e sorriso nonostante le ferite.

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