Il nuovo anno e il ricordo della Hijra

In questi giorni celebriamo l’inizio del nuovo anno del calendario hijri (islamico)1. Il giorno zero del calendario musulmano corrisponde al giorno (approssimativamente nel luglio 622 d.C.) in cui il Messaggero Muhammad, pace su di lui, intraprese l’Emigrazione, l’Esodo, l’Esilio (al-Hijra) dalla sua terra natia, Makkah, verso la città adottiva Yathrib, che da quel momento avrebbe assunto il nome di Al-Madina (la Città) o anche Madinat-a-Rasul (La Città del Profeta) oppure ancora Al-Madina al-Munawwara (La città illuminata).

Rievochiamo in questo articolo alcuni avvenimenti centrali che precedettero e prepararono il grande avvenimento della Hijra, evento cruciale questo nella storia dell’Islam e dell’intera umanità. In particolare sono da rievocare i sacrifici che il Profeta, pace su di lui, e i suoi compagni, fecero per testimoniare il Messaggio di Dio: Messaggio di fede e di riconoscimento dell’Unico Dio, di spiritualità e di eccellenza, di giustizia e di misericordia per l’intera umanità, è detto nel sublime Corano: “Non Ti inviammo [O Muhammad] se non come misericordia per il Creato.” La missione del Profeta, e di conseguenza di tutti coloro che seguono la sua Via, era, ed è, la promozione della misericordia sulla terra.

Il Messaggio dell’Islam è destinato a trasformare nel profondo i cuori e le menti, una missione non di poco conto e perciò non fu facile per il Profeta, pace su di lui, trasformare una comunità, come quella della Mecca di allora, che adorava idoli di pietra e terracotta, ed era governata da barbari costumi e sottomessa unicamente alle sue passioni, trasformarla in una comunità che adora l’unico Dio e promuove le più nobili virtù morali tra gli uomini.

Il Profeta, su di lui la pace, all’inizio della sua missione si riuniva in segreto con i suoi compagni nella casa di al-Arqam, in queste riunioni egli recitava loro i versi del Corano e insegnava i principi e i precetti della fede. Quando si diffuse la notizia dell’adesione di qualcuno all’islam, egli subiva, soprattutto se era un povero o uno schiavo, le più atroci torture per mano dei notabili della Mecca. Compagni come Bilal, Sohaib, Khabbab e molti altri vennero sottoposti a feroci tormenti, alcuni di loro persero la vita sotto il supplizio, come la famiglia di Yasser, di cui si salvò soltanto il figlio ‘Ammar.

Vista la tenace resistenza e l’irriducibilità dei nobili compagni, i notabili della Mecca aggiunsero alla tortura l’arma del boicottaggio, misero quindi al bando tutti coloro che avevano aderito alla nuova religione: nessuno poteva vendere o comprare da loro, o stabilire con loro alcun tipo di relazione economica o sociale. Per meglio resistere a questa ennesima oppressione i musulmani si raccolsero insieme nella valle di Abi Talib, dove patirono la fame e la privazione, per placare la fame mangiarono le foglie delle piante, non giungendo loro che poco cibo contrabbandato nell’oscurità della notte.

In queste terribili condizioni di restrizione fu sempre più difficile per il Profeta e i suoi compagni testimoniare il Messaggio alla gente, perciò alcuni musulmani furono indirizzati dal Messaggero di Dio, a emigrare verso l’Abissinia per sfuggire alla morsa della persecuzione, disse il Profeta a proposito del re abissino: “Egli è un sovrano equo, presso cui nessuno viene trattato con ingiustizia“.

Il Profeta, su di lui la pace, nonostante tutto continuò la ricerca di altri sbocchi per la sua predicazione anche al di fuori della Mecca, andò nella città di Taif per chiedere accoglienza e asilo, ma anche qui fu respinto dai notabili della città i quali aizzarono contro di lui la folla che tentò di lapidarlo. Tornato alla Mecca, il Messaggero, pace su di lui, cominciò ad annunciare l’Islam alle delegazioni che venivano in pellegrinaggio e commercio, tra questi ci fu la delegazione della città di Yathrib, la quale accolse positivamente il suo annuncio e acconsentì ad accogliere il Profeta e i musulmani nella loro città. Fu così che Yathrib divenne terra di rifugio e di asilo per ogni musulmano perseguitato.

I notabili della Mecca, constatando il fallimento dei loro stratagemmi per arrestare la diffusione dell’Islam, decisero di tentare la mossa definitiva, ovvero l’uccisione del Messaggero di Dio, su di lui la pace. Il Corano descrive i loro disegni in questo modo: “[e ricorda] quando i miscredenti tramavano contro di te per imprigionarti, ucciderti o esiliarti. Essi tramavano intrighi e Dio tesseva strategie, e Dio è il migliore degli strateghi.

A questo punto giunse l’autorizzazione e il comandamento divino al Suo Messaggero di emigrare a Yathrib. In compagnia del fidato compagno Abu Bakr as-Seddiq, il Profeta, pace su di lui, intraprese il lungo e faticoso viaggio tallonato dai notabili della Mecca che misero una sostanziosa taglia sulla sua testa. Arrivato a Yatrib, ricevette un caloroso e festoso benvenuto degli abitanti della città, che lo accolsero con il celebre canto “Tala’a albadru ‘alaina,..” (Su di noi è comparsa la luna piena..).

A distanza di 1437 anni da quel viaggio il ricordo e l’esempio del sacrificio, della resistenza e della tenacia del Profeta e dei suoi compagni restano vivi nel cuore e nella mente di ogni musulmano sulla terra.

Che l’Altissimo riversi la sua pace e la sua preghiera sul Messaggero Muhammad, sulla sua nobile famiglia e sui suoi valorosi compagni e seguaci con fede sino al Giorno Ultimo!

NOTE:

Il calendario hijri è il calendario ufficiale in molti paesi musulmani, altri invece usano il calendario gregoriano per scopi civili e utilizzano il calendario hijri soltanto per gli scopi religiosi. Il calendario è composto di dodici mesi lunari, l’inizio e la fine dei quali sono stabiliti dall’avvistamento o meno di una sottile falce di luna nel cielo occidentale dopo il tramonto del 29° giorno. I 12 mesi del calendario hijri sono: Muharram, Safar, Rabi ‘al-Awwal, Rabi ‘al-Thaani, Jumada al-Ula (noto anche come Jumada al-Awwal), Jumada al-Ukhra (noto anche come Jumada al-Thani), Rajab, Sha’ban, Ramadan, Shawwal, Dhu-l-Qi’dah, Dhu-l-Hijjah, Questi mesi sono di 29 o 30 giorni.

Il calendario hijri è stato introdotto dal nobile compagno e successore del Profeta, Umar ibn al-Khattab, durante la sua guida alla Comunità, nel 638 d.C. circa, dopo una consultazione con i nobili compagni convennero che il punto di riferimento più appropriato per un calendario islamico fosse l’evento del Hijra, dato che fu il punto di svolta cruciale per l’intera Comunità musulmana, dopo l’emigrazione a Medina, i musulmani hanno potuto organizzare e istituire la prima vera “Comunità/Umma” musulmana socialmente, politicamente ed economicamente indipendente, basata sui principi e i valori dell’Islam.

 

 

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